Arte e Tecnologia

#1 I primi passi
Arte e tecnologia sono spesso percepiti come mondi lontani: la prima come il regno dell’espressione e della soggettività; la seconda invece come il dominio della funzione e dell’oggettività. Eppure, la loro storia, fin dall’alba dell’umanità, è strettamente intrecciata. Come due gemelli diversi, sono nati dalla stessa necessità: sopravvivere e ricordare.
I primi uomini dovettero sviluppare i primi rudimenti di tecnologia quando sentirono l’esigenza di cristallizzare la memoria. Di fronte a vaste pareti rocciose, gli uomini primitivi iniziarono a sentire il bisogno di lasciare un segno, e così nacquero i graffiti. Ciò cambiò il destino dell’uomo. Intanto dovettero elaborare gli strumenti per imprimere ciò che avevano visto, le loro memorie. In particolare la caccia: ma perché?
La caccia è un evento che rappresenta perfettamente il rapporto tra vita e morte. Vita perché senza di esso non si sarebbe riusciti a conservare cibo per la sopravvivenza, quindi senza di esso sarebbe arrivata inesorabile la morte. Ma anche perché l’ evento stesso era potenzialmente mortale. Ecco quindi il primo passo compiuto dall’arte. Il primo artista della storia si rese conto dell’importanza di lasciar traccia di questi momenti. Subito dopo dovette trovare una soluzione tecnica per portare a termine il proprio obiettivo.
Quindi, un bastone, svestito del suo aspetto naturale per acquisire una funzione artificiale e diventare "strumento". E poi l'inchiostro (chiamiamolo così). Qualcosa che si sarebbe dovuto mantenere col tempo sulla roccia. Probabilmente l'uomo provò più fanghi, con fallimenti e pochi successi. Ma alla fine ci arrivò e riuscì a trovare la mistura giusta. Ma si dovette rendere subito conto che da sola la tecnologia non sarebbe stata sufficiente.
Aveva inventato l’hardware, ora c’era bisogno del software.
Si rese conto che la memoria, i ricordi, non potevano essere trasportati in modo asettico, istintivo. Nel momento in cui doveva passare da un media all'altro, cioé dalla memoria visiva a un piano concreto, si evidenziò immediatamente la necessità di una strutturazione del ricordo. Il linguaggio della memoria era diverso da quello della rappresentazione su parete. E fu qui il primo incrocio dove arte e tecnologia si trovarono una di fronte all'altra, una che doveva rapportarsi con l’altra, una che doveva supportare l'altra.
La mente dispone confusamente le immagini. Mentre invece quello stesso disordine cronologico migrato su una superficie statica, non avrebbe funzionato. Quindi, dovette riordinare gli elementi e inserirli in modo tale che anche un altro primitivo senza la stessa esperienza potesse comprendere, capire, seguire gli eventi. L'arte si espresse, nella sua forma più basica, cominciando a prendere il proprio spazio nella comunità umana.
Una volta trovata la tecnica, una volta trovata la modalità di utilizzarla al proprio scopo, l’uomo cominciò a farne rappresentazione. Ma non si fermò qui. La lancia era già arrivata a un livello di raffinazione sufficiente per portare a compimento il proprio lavoro. Ma la caccia non poteva essere solamente il tentativo di colpire una preda. Era necessario trovare una strategia. Per quanto conosciamo, una delle tecniche, per esempio con i mammuth, era quella di spingerli verso vicoli ciechi e poi, sia dal basso che dall'alto, colpirli con lancie e sassi lanciati dal piano dove i muri dei vicoli finivano. Ma con l'arrivo della tecnologia su parete rocciosa, molte cose cambiarono. Il primitivo, innanzitutto dovette organizzare quello che voleva imprimere sulla parete (e cioè imprimere la memoria).
La rappresentazione da sola non bastava. Bisognava dare un senso alle scene, creare un meccanismo che stampasse il più vividamente possibile nella memoria quella determinata scena. Non bastava raffigurarla, bisognava che acquistasse un significato. E questa, si scoprì in seguito, si sarebbe chiamata metafora.
Come primo punto, quindi, non ci sarebbe stata arte senza tecnologia e non ci sarebbe stata tecnologia senza arte. L’uomo iniziò a camminare alternando un passo artistico a un passo tecnologico. Come a decretare la fusione tra i due universi, la necessità di andare avanti insieme per assicurare la sopravvivenza di entrambi. E dell’uomo stesso.
Arte e Tecnologia sono gemelli diversi.